Chiamiamo a raccolta le donne dei movimenti, delle associazioni, dei sindacati, della società civile, di tutti gli attori sociali del territorio, per far parte di questo rito collettivo. Vorremmo che tuttə fossimo rappresentatə: donne lesbiche, donne migranti, donne disabili, donne che lavorano, donne madri, donne artiste, donne trans, donne che non sono niente di tutto questo e sono molto altro.
Non sarà un comizio, una manifestazione, un sit-in o una performance: sarà un rito. Non solo un modo per commemorare, ma un momento collettivo di cambiamento, perché ogni donna uccisa in Italia quest’anno è una di noi, siamo noi e la prossima volta potrebbe essere una di noi.
Ma noi ci vogliamo Vivə e Liberə.
Proviamo dolore per ogni sorella che è stata ammazzata, e con questo rito vogliamo essere i volti, la voce, la storia delle donne uccise per mano maschile, e lo vogliamo fare insieme con altre donne, sentendoci forti e sorelle, occupando con i nostri corpi e le nostre voci lo spazio pubblico.
Questo rito sarà formato da alcuni gesti, semplici e simbolici, perché ognunə possa partecipare:
- Ci vestiremo di nero, simbolo del lutto e del dolore
- Ci saranno una serie di cartelli sparsi per la piazza. Ogni cartello porterà scritto il nome di una delle donne uccise. Ognuna di noi può raccogliere uno di questi cartelli e portarlo al collo. In silenzio, presenti, forti.
- Alcune donne leggeranno le storie di 10 di queste donne. Per fare memoria e ridare la dignità che con la morte è stata loro tolta.
- Posizioneremo delle candele che formeranno una scritta. Invitiamo, durante il rito e le letture, le persone presenti ad accendere queste candele.
Non siamo solo un numero in una statistica. Siamo state e siamo corpi, voci, storie, pensieri, volti, vite.
Chiunque, con rispetto, può partecipare.
Le Parole Fucsia