Meno ricoveri, la possibilità di restare a casa propria, anche in condizioni di salute e socio-economiche difficili, e contenimento della mortalità: sono alcuni dei risultati del progetto “Viva gli anziani” della Comunità di Sant’Egidio, il cui bilancio è stato presentato oggi a Roma. Il progetto nasce nel 2004, come sperimentazione della Comunità e del ministero della Salute in risposta al picco di mortalità osservato nell’estate del 2003, quando persero la vita in Europa migliaia di anziani, a seguito delle eccezionali ondate di calore. Un dato legato, secondo gli osservatori, “anche all’isolamento sociale degli anziani”. Il progetto punta dunque al contrasto della solitudine e alla prevenzione, attraverso la creazione di reti, che si collocano accanto alle risposte tradizionali dell’assistenza domiciliare e dei servizi residenziali, e il monitoraggio attivo. In altre parole “raggiungere tutti, vincere l’isolamento sociale, coinvolgere i quartieri e le città nel sostegno alle persone più fragili, quali sono gli anziani”. Il programma nei mesi estivi si rafforza per verificare situazioni di criticità dovuta proprio all’ondata di calore e prevenire criticità.
A Roma sono seguiti 5.120 anziani ultra ottantenni. Il programma, ha spiegato Impagliazzo, “e’ attivo dal 2004 e ha seguito complessivamente15 mila anziani con 350mila interventi. Ha mobilitato tante forze della societa’ civile per gli anziani, riducendo l’ospedalizzazione del 10% e del 40% il ricovero in strutture o rsa”. Interventi possibili anche grazie alla mobilitazione degli stessi anziani legati alla Comunità, volontari e attivi, che, spiega il presidente, in questi ultimi anni si sono fatti carico del programma, insieme agli operatori, e lo hanno portato avanti in maniera gratuita. “La mobilitazione degli anziani attivi è una risposta importante”, sottolinea Impagliazzo, che va nella direzione di creare legami, “importante soluzione per i tanti problemi degli anziani”.
Il programma dimostra la propria efficacia nei dati. Per gli anziani seguiti dal Programma ricoveri ridotti del 10% e tasso di ricovero in istituto quasi dimezzato (lo 0,6% annuo tra il 2005 ed il 2013) rispetto all’1% osservato in situazione analoghe a Roma. Inoltre il presidente Impagliazzoricordadell’estate del 2015, quando si si è registrata un’impennata della mortalità da calore in tutta la città di Roma. Nnei quartieri di Testaccio, Trastevere ed Esquilino, dove il Programma lavora già da diversi anni, si è registrato un aumento di mortalità, ma è stato di circa il 50% inferiore rispetto a quello registrato nei quartieri limitrofi del Municipio I. Il costo per ogni anziano è di 81 euro l’anno, “cifre irrisorie, che contrastano con le cifre molto alte per l’istituzionalizzazione e ospedalizzazione degli anziani”.
La Comunità di Sant’Egidio lancia un appello ai cittadini: non lasciare gli anziani soli, mai e in particolare in questo periodo dell’anno, verificare che mangino e bevano e intensificare le visite perché la presenza dei vicini, parenti e amici può fare molto per ridurre la mortalità e prevenire le criticità.
I dati. In Italia il 52,2% delle persone con più di 85 anni vive solo. Il 48,7% delle famiglie composte da persone sole sono anziani di 65 anni e più, di cui il 17% delle persone ha un’età compresa fra i 65 ed i 74 anni, il 20,7% delle persone tra i 75 e gli 84 anni, l’11,1% persone con più di 85 anni. A Roma, in particolare le persone che vivono sole costituiscono il 44,1% dei nuclei familiari e il 20,9% della popolazione residente. Record assoluto nel Municipio I dove le famiglie mononucleari sono il 62,3%; sopra la media anche il II (l’unico, insieme al I sopra il 50%), l’VIII, il III, il XII e il XV. Nel 2015 gli ospiti dei presidi residenziali socio -assistenziali e socio-sanitari di 65 anni e più in Italia erano oltre 287 mila e 14.548 nel Lazio ( 8.235 dei quali a Roma)