Direttori, responsabili, impiegati, segretarie – superando per una giornata le abituali gerarchie – hanno lavorato gomito a gomito per pulire sentieri, accatastare legname, potare piante, realizzare una rastrelliera per biciclette con materiale di recupero. Accolti di buon’ora con una ricca colazione dai volontari dell’associazione veronese Amici di Villa Bosco Buri, i 17 dipendenti della multinazionale per la logistica Agility, provenienti sia dalla città scaligera che dalle sedi lombarde, hanno lavorato alla manutenzione del parco pubblico. Un’attività di volontariato che, sempre a Verona, altri loro colleghi avevano già svolto con Legambiente dedicandosi alla pulizia del verde del Bastione San Francesco, una delle parti più suggestive della cinta cinquecentesca della città.
A sua volta, la stessa associazione ambientalista aveva accolto 10 dipendenti di un’altra azienda, il portale mondiale di prenotazioni alberghiere Booking.com, ha recuperato la galleria di contromina di epoca veneziana nel quartiere di San Zeno, disostruendo il suo accesso con il lavoro condiviso fra scout e alcuni detenuti. Mentre erano stati altri lavoratori di Agility a prestarsi per fare la spesa e cucinare con le donne in situazioni di disagio accolte nella Casa della Giovane gestita da Acisjf, mentre un secondo gruppo aiutava nei compiti i loro figli.
Queste esperienze di “responsabilità sociale di impresa”, che hanno coinvolto più di 50 dipendenti, hanno due elementi in comune: il primo è che a fare il matching tra le aziende e i volontari è stato in tutti i casi il Centro di servizio per il volontariato di Verona, che ha raccolto le diverse esigenze delle parti e ha partecipato alla stesura dei progetti. Il secondo è che i risultati di queste ed altre azioni solidali saranno analizzate dall’università di Verona in una ricerca i cui risultati saranno diffusi in autunno.
Si tratta della seconda fase di un’indagine che l’ateneo veronese, in stretta collaborazione con il Csv, ha avviato nel 2016. La prima fase era servita ad analizzare il fenomeno su base nazionale per arrivare a una definizione quanto più possibile esauriente di un fenomeno – quello del volontariato d’impresa – che si manifesta sotto varie forme. Questa seconda parte, fondata sui casi concreti, servirà invece a scoprire quali effetti le esperienze dei dipendenti hanno avuto sulla loro routine lavorativa e quali siano stati quelli sull’azienda stessa.
L’indagine rientra nel progetto “Me too”, finanziato dal ministero del Lavoro e delle politiche sociali, che include anche incontri con le aziende che vogliono raccogliere informazioni ed avvicinare il loro personale a queste pratiche insieme alle associazioni di volontariato. Il prossimo incontro è previsto proprio per domani, giovedì 21 giugno, alle 19 presso il Wine Shop Sartori di Pedemonte (una decina di chilometri a nord di Verona). Per le aziende che dovessero dichiararsi disponibili si aprirà la possibilità di entrare a far parte del campione della ricerca, una delle prime in Italia su un argomento che vivrà nei prossimi anni una notevole crescita, in particolare dopo il recente lancio da parte di Confindustria del suo manifesto “La responsabilità sociale per l’industria 4.0”