Sono state approvate lo scorso 14 gennaio, il giorno prima dell’avvio ai progetti per oltre 18.000 volontari, le nuove “Disposizioni concernenti la disciplina dei rapporti tra enti e operatori volontari del servizio civile universale”. Un documento rinnovato rispetto a quello finora in vigore – risalente al 2015 – e che integra le previsioni introdotte dal decreto legislativo del 6 marzo 2017, n. 40. I nuovi volontari, si aggiungono ai 10.000 già entrati in servizio lo scorso 11 dicembre, in attesa che il Governo reperisca i 100.000 euro mancanti al Fondo nazionale del servizio civile.
Un vero e proprio prontuario in cui sono indicati diritti e doveri degli enti e dei volontari. I punti affrontati sono le modalità presentazione in servizio, l’assegnazione di operatori volontari idonei non selezionati in altri progetti con posti vacanti, come gestire eventuali cessazioni di servizio e la sostituzione dell’operatore volontario, la temporanea modifica della sede di servizio, ma anche gli orari, i permessi, le malattie, gli infortuni, la tutela della maternità, la sicurezza nei luoghi di lavoro, la guida degli automezzi e la gestione del termine del servizio, in particolare il rilascio di attestati e certificati.
Rispetto al dlgs 40, sono integrate le disposizioni relative alla possibile diversa durata e articolazione oraria dei progetti, in linea con i principi di semplificazione e trasparenza dell’azione amministrativa. Rimangono invariate le 30 ore settimanali, suddivise su 5 o 6 giorni o su un monte orario annuo di 1400 ore, oppure la possibilità di attivare progetti su 25 ore settimanali o su un monte orario annuo che varia da 1145 a 765 ore in base alla durata complessiva che varia per ogni progetto da 12 a 8 mesi.
Tra le conquiste, come ribadito dalla Rappresentanza nazionale dei volontari in un post sulla loro pagina facebook, maggiori tutele per i volontari-studenti e per le giovani madri in servizio. I volontari-studenti, infatti, avranno diritto a permessi extra per sostenere gli esami. Alle giovani madri, invece, sono state riconosciute ore di riposo per dedicarsi a propri figli in fasce, nonostante alle volontarie in maternità rimanga la riduzione dell’assegno mensile di 1/3.
Ma le novità non finiscono: come ribadiscono i volontari, per la prima volta è riconosciuto il lavoro dei rappresentanti alla Consulta nazionale per il servizio civile. “Un notevole miglioramento – si legge nel post – considerando che ad oggi continuiamo a trattenere tutte le spese a nostro carico, cosa che rende a molte regioni inaccessibile la carica di rappresentante nazionale”.
Secondo quanto riportato dal Dipartimento del servizio civile in un articolo di Redattore sociale, “aumentano anche le coperture assicurative sia per il servizio ordinario sia in caso di impiego straordinario in emergenze di protezione civile o missioni umanitarie. È stato inoltre ampliato il novero di permessi straordinari (che si aggiungono agli ordinari) da considerare come giorni di servizio effettivo e quindi retribuiti, prevedendo ad esempio le assenze giustificate in caso di donazione di midollo o organi, di eventi luttuosi, di esami universitari. Sono stati anche previsti tre giorni al mese nel caso in cui l’operatore volontario sia disabile”.