Diapsi Vercelli nella sua ormai decennale attività di “palestra lavorativa” ha sempre mantenuto una filosofia ben precisa: utilizzare ciò che viene scartato per trasformarlo in qualcosa di nuovo, prezioso e bello. Il tutto è partito dai sacchetti del caffè utilizzati dai bar dai quali sono nate le prime borse “Coffee bag”; a partire da questi primi lavori, i modelli sono stati affinati e migliorati. Negli anni si sono aggiunti anche altri materiali (banner pubblicitari, vecchi tessuti militari, carta da parati, ecc.) con i quali sono stati prodotti borse e accessori sempre più evoluti, fino alle attuali linee dal design elegante e raffinato. Proprio per celebrare questo salto di qualità è stato coniato un nuovo brand: “BREIN” che ha coinciso con il trasferimento del Laboratorio nei bei locali di San Pietro Martire restaurati dal Comune di Vercelli proprio per farne un polo del Sociale in città.
Ridare vita a ciò che sembra aver perso la propria funzione
Dopo l’esperienza di “Verso il lavoro” (che prosegue anch’esso), DIAPSI ha elaborato un nuovo e più articolato progetto, “Scuci e RIcuci”: si tratta di percorsi di inserimento lavorativo per persone che si trovano in grave difficoltà, non solo quindi persone che soffrono di un disagio psichico (il target di DIAPSI), ma anche persone che si trovano in una condizione di emergenza abitativa e migranti, ecco perché la collaborazione con le altre Associazioni del territorio.
“Scuci e RIcuci” ha ottenuto il finanziamento del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali attraverso un Bando della Regione Piemonte e vede la collaborazione del Comune di Vercelli, del Centro Territoriale per il Volontariato, dell’Associazione Centro Accoglienza Notturna Santa Teresa, dell’Associazione Sant’Eusebio, dell’Associazione Dr. Francesco Picco, di Formater e di DanzArte. “Scuci e RIcuci”, che ha un valore totale pari a 51.400 €, dei quali oltre 41.000 € erogati dal Ministero, è stato tra i 23 progetti selezionati e finanziati nell’intera Regione, un risultato che ci rende molto orgogliosi.
Con “Scusi e RIcuci” il Laboratorio di sartoria BREIN si sperimenterà con qualcosa di nuovo: vestiti, non più quindi solo borse e accessori, ma vecchi abiti che verranno trasformati in capi d’abbigliamento nuovi e alla moda. Per questo, Diapsi chiede l’aiuto di tutti i cittadini con il primo Open Day mirato alla raccolta di camicie e abiti in cotone usati, un evento durante il quale costruire un momento di relazione e dialogo con tutte le persone che interverranno: Istituzioni, Media, utenti e abitanti della città di Vercelli e non solo.
I Open Day di raccolta camicie e abiti in cotone usati
Il 23 febbraio dalle 10.00 alle 19.00 presso il Loggiato di San Pietro Martire a Vercelli (ingresso da Via Dante Alighieri 91, o dal lato dell’ex “parcheggione”) i volontari raccoglieranno le camicie e gli abiti in cotone usati che le persone vorranno donare. Alle 17,30 ci sarà un momento di festa con the caldo e dolcetti e l’allegria che porterà la corte carnevalesca del Bicciolano e della Bela Majin. Alla giornata sarà inoltre presente la scuola DanzArte che, con i propri giovani allievi, animerà questo momento di festa e condivisione.
A questo appuntamento ne seguiranno altri nei quali verranno raccolti articoli di vestiario differenti; una volta rielaborati sarà difficile riconoscerli, non è detto che da una vecchia camicia non possa nascere un abito da sera, o qualcosa di ancor più sorprendente… Chissà!
Da dove nasce l’idea di “Scuci e RIcuci”?
“Scuci e RIcuci” nasce da una locuzione utilizzata nel campo dell’edilizia: “cuci e scuci” con la quale si indica il ripristino di una parte muraria attraverso la rimozione degli elementi deboli o danneggiati e la loro sostituzione con elementi nuovi e più idonei, senza però spezzare la funzione statica della struttura originaria della muratura. Allo stesso modo intende operare DIAPSI con il progetto “Scuci e RIcuci” che ha una doppia valenza: dare una nuova vita a degli abiti che sembrano aver perso la propria funzione e aiutare le persone coinvolte a “rimuovere” le proprie parti “danneggiate”, sostituendole con nuove competenze e soprattutto con un nuovo modo di approcciarsi al lavoro e, di conseguenza, alla vita.
Estratto del progetto
Scuci e RIcuci nasce da una locuzione utilizzata nel campo dell’edilizia: “cuci e scuci” con la quale si indica il ripristino di una parte muraria attraverso la rimozione degli elementi deboli o danneggiati e la loro sostituzione con elementi nuovi e più idonei, senza però spezzare la funzione statica della struttura originaria della muratura. Allo stesso modo intendiamo operare noi con il progetto Scuci e RIcuci. L’idea è quella di attivare un laboratorio di sartoria (parallelo al Laboratorio BREIN) che punti sul riciclo di vecchi abiti per trasformarli in capi d’abbigliamento nuovi e alla moda; la nostra volontà non è quella di rammendare o accomodare qualcosa che non viene più utilizzato, ma partire da un abito vecchio per creare qualcosa di completamente diverso e di qualità. All’interno del Laboratorio, dopo un periodo di formazione, verranno inseriti utenti con problemi psichiatrici, persone provenienti dalle Associazioni Dr. Francesco Picco e Centro Accoglienza Notturna Santa Teresa che si occupano di emergenze abitative e dall’Associazione Sant’Eusebio che si occupa di migranti che non hanno ancora trovato una collocazione sociale e lavorativa. Tutti i tirocinanti saranno accompagnati nel loro percorso da una sarta professionista e da una designer, oltre che da una referente lavorativa, uno psicologo/psicoterapeuta e dai volontari delle Associazioni coinvolte. Scuci e RIcuci ha quindi una doppia valenza: da un lato descrive l’azione fisica che verrà messa in atto sui capi di abbigliamento raccolti, dall’altro un’operazione simile verrà compiuta sui tirocinanti inseriti nel Progetto; attraverso il lavoro d’équipe di formatori, volontari, psicologo e professionisti specifici, si cercheranno di “rimuovere” le insicurezze e in generale tutte le parti “danneggiate” della persona, fornendo loro nuove competenze tecniche e relazionali, ma soprattutto un nuovo modo di approcciarsi al lavoro (e quindi di conseguenza anche alla vita). Si vuole creare una rete a sostegno e a favore della persona, aiutandola nei momenti di crisi e rinforzandola sulle proprie risorse. Il nostro obiettivo non è per forza quello di insegnare agli utenti un mestiere da spendere altrove, ma è soprattutto quello di portare le persone ad acquisire o riacquisire fiducia in se stesse, insegnando loro come si possano rimettere in moto dei meccanismi che si sono inceppati a causa della diagnosi psichiatrica o del momento di difficoltà che stanno vivendo; il lavoro in Laboratorio diventa così un trampolino dal quale partire per rilanciarsi rinforzati nel mondo del lavoro, ritrovando il coraggio di proporsi in altri contesti lavorativi. L’ambiente di lavoro diviene uno spazio normalizzante per aiutare le persone a riappropriarsi della propria vita, responsabilizzandole su quanto viene loro dato, nell’ottica di un “welfare generativo”. Molto importante per lo svolgimento del Progetto sarà inoltre la figura del volontario, che viene definito “coach”: un vero e proprio allenatore, un preparatore “atletico” (o per meglio dire “lavorativo”) che sostenga il tirocinante nei momenti di difficoltà e che lo aiuti a trovare delle soluzioni idonee ed efficaci.
FASI DEL PROGETTO Le fasi in cui verrà articolato il Progetto sono le seguenti:
1. Costituzione del tavolo di lavoro tra i partner e i collaboratori; 2. Formazione dei volontari coach che seguiranno gli inserimenti lavorativi; 3. Individuazione delle persone che verranno inserite nel Laboratorio di sartoria; 4. Fase iniziale di formazione delle persone scelte; 5. Raccolta degli abiti ai quali ridare vita: si prevedono 3 Open day di raccolta mirata; 6. Inserimenti degli utenti all’interno del Laboratorio di sartoria, formazione specifica e
attivazione dei tirocini; 7. Al termine del periodo di “confezionamento” dei capi di abbigliamento, verrà creato un evento di presentazione al pubblico dei prodotti “rivitalizzati”, con una piccola sfilata che vedrà protagoniste gli allievi della scuola DanzArte; 8. Pubblicizzazione e cessione dei capi d’abbigliamento rivitalizzati.
PARTNER E COLLABORATORI
Il Comune di Vercelli, Settore Politiche Sociali, sarà coinvolto nella realizzazione delle attività di inserimento lavorativo in linea con quanto già svolto dall’omonimo Settore, partecipando al tavolo di lavoro e segnalando possibili tirocinanti. Sarà di sopporto alla rete dei partner, ai tirocinanti inseriti e alle loro famiglie, con il proprio personale. Inoltre ci coadiuverà nella promozione del Progetto e delle azioni ad esso collegate. Le Associazioni Centro Accoglienza Notturna Santa Teresa, Sant’Eusebio e Dr. Francesco Picco saranno parte del tavolo di lavoro all’interno del quale verranno segnalati i tirocinanti e seguiti gli inserimenti lavorativi; inoltre designeranno i volontari “coach” e parteciperanno, attraverso i propri canali, alla divulgazione e promozione del Progetto.
L’agenzia formativa Formater si occuperà della formazione iniziale dei tirocinanti e della gestione dei tirocini.
Il CTV Centro Territoriale per il Volontariato erogherà servizi a DIAPSI sulla base della propria Carta dei Servizi.
DanzArte parteciperà con i propri allievi agli eventi pubblici di raccolta degli abiti usati e sarà protagonista della sfilata di moda finale.