Da CSVnet.it
25 giugno 2019
Maria ha una valigia azzurra dalle ruote consumate con cui va in giro per le zone rurali del Kenya a parlare di mutilazioni genitali femminili. Come in buona parte dell’Africa, anche nelle comunità Masai, nonostante sia vietata, questa pratica violenta costituisce da sempre il più importante rito di passaggio all’età adulta. È successo anche a Maria, ed oggi, dopo essere diventata attivista di Amref – la più grande organizzazione sanitaria che opera in Africa, è sempre in viaggio per informare e fare prevenzione sul tema.
La sua storia è stata catturata dall’obiettivo della fotografa Daria Bagnoli che, grazie ad Amref ha realizzato un reportage protagonista, insieme ad altri 14 progetti, della mostra “Il mondo nell’obiettivo”, in programma a Bibbiena (Ar) fino all’8 settembre.
L’esposizione si tiene negli spazi di un ex carcere, sede attuale del Centro italiano della fotografia d’autore che ha promosso il progetto insieme a Vita non profit e Fiaf la più importante associazione nazionale di fotografi non professionisti che nel 2016 aveva realizzato con CSVnet il progetto “Tanti per tutti. Viaggio nel volontariato italiano”.
In mostra 15 casi esemplari di collaborazioni fra fotoreporter e organizzazioni non governative, in prima linea per sostenere e dare un aiuto concreto a popolazioni e territori in emergenza umanitaria. Ma non solo: secondo i promotori, in un momento di crisi dell’informazione tradizionale, soprattutto della carta stampata e televisiva, che ha ridotto impegno e investimenti su inchieste e approfondimenti internazionali, le ong hanno continuato ad impegnarsi soprattutto nella comunicazione fotografica e visiva, proprio per allargare l’obiettivo e portare queste emergenze, spesso dimenticate, all’attenzione dell’opinione pubblica e dell’informazione mainstream.
I fotografi coinvolti nel progetto dalle 11 ong –oltre ad Amref, Action Aid, Avsi, Che Arte, Ciai, Coopi, Emergency, Fondazione Francesca Rava, Funima, International onlus, Save the Children, We World onlus – hanno valorizzato le storie nei loro lavori con grande libertà interpretativa e differenze di stile dal punto di vista comunicativo e tecnico.