Dice una leggenda degli indiani del Nord America che quando i cacciatori ancestrali uccisero lo spirito dell’orso, ricordato dalla costellazione, tutto il sangue versato colorò di rosso le foglie degli alberi. La spiegazione scientifica è ovviamente un po’; diversa e mette in campo i delicati rapporti che si sono instaurati tra mondo vegetale e ambiente circostante, ma sicuramente questa prima spiegazione piacerà alla maggior parte delle persone. Sono ormai tredici anni che il Giardino Botanico di Oropa organizza questo evento e mai si sarebbe immaginato che potesse avere tanto successo, non tanto nello specifico, piuttosto come modulo replicato un po’ ovunque nel biellese, con visite guidate ed iniziative enogastronomiche. Occorre dire che quasi probabilmente il vero ideatore di Foliage così come viene proposto è stato il Museo Regionale di Scienze Naturali, non a caso la prima volta venne a presentare l’iniziativa al Parco Burcina (che nel tempo è diventato una delle tappe obbligate del percorso autunnale) Rosa Camoletto, conservatrice di botanica al Museo. Che si chiami Foliage oppure, più correttamente, Fall-Foliage, pronunciato all’inglese (sveliamo qui anche un altro aneddotto), l’invito è quello ad “assaporare” la Natura in tutte le sue fasi vitali: i colori autunnali di un bosco sono uno un vero spettacolo di cui non si sa mai veramente la trama e che ogni anno è diverso. La ricerca, la scoperta, il piacere di osservarlo sono attività che possono appassionare tutte le persone che hanno spirito naturalistico e amore per la vita all’aria aperta.
Le foglie vi aspettano…
Domenica 27 ottobre (Pollone, Biblioteca nella Natura, Riserva Naturale Parco Burcina “F. Piacenza”) ore 15,00 si terrà la visita guidata ai colori del Parco (con Guida Escursionistica Ambientale), durata 2 h ca. (Partenza dalla Biblioteca nella Natura – Casino Blu del Parco)
Approfondimento – Il meccanismo nel particolare. Molte specie vegetali, in particolare alberi e arbusti, sono in grado di superare le stagioni avverse con lo stesso sistema: quando manca l’acqua, fa troppo freddo o la luminosità è scarsa, le foglie, anche se sono perfettamente sane, diventano “zavorra” e devono essere allontanate dalla pianta per farla mantenere viva fino al ritorno della buona stagione. In autunno la prima fase della caduta delle foglie si percepisce ad occhio nudo: la clorofilla, maggiore responsabile del processo fotosintetico e del colore verde delle foglie, non viene più prodotta con l’accorciarsi delle giornate e con l’abbassarsi della temperatura. Quando la clorofilla si decompone il verde scompare e lascia vedere altri colori che prima rimanevano nascosti: i carotenoidi, i flavonoidi, i tannini… Nella foglia agiscono ormoni la cui quantità è regolata dalla luce esistente, con funzioni contrapposte: l’auxina comanda l’accrescimento della foglia, quando le condizioni climatiche sono buone, ed inibisce la produzione di un’altra sostanza, l’etilene, che viene invece prodotto con l’arrivo del freddo e in caso di malattia, di attacco di insetti o di danneggiamento meccanico della foglia. Quando le cellule producono etilene non producono più auxina e le foglie non crescono più ed avviano il processo di distacco. Quando il trasloco delle sostanze rimanenti è terminato, l’etilene stimola la produzione di enzimi quali la pectinasi e la cellulasi, in grado di degradare le pareti di alcune cellule della base del picciolo e provocando la caduta delle foglie. Dopo il distacco della foglia le cellule superficiali del rametto formano uno strato protettivo suberizzato (simile al sughero) che funziona come una vera e propria cicatrice.