da Vita.it
04 giugno 2019
La depressione è una malattia sommersa e dalle dimensioni preoccupanti che nel 2020 diventerà la malattia più diffusa al mondo dopo le patologie cardiovascolari. Fonti Eurostat riferiscono che in Italia 3,5 milioni di persone combattono contro la depressione, in Europa si stima siano oltre 35 milioni.
È da questa nuova evidenza e consapevolezza che Fondazione Cariplo ha deciso di lanciare un nuovo bando “Sindrome ansioso-depressiva: prevenzione, diagnosi precoce e terapia personalizzata”, mettendo 3 milioni di euro a disposizione di iniziative volte alla comprensione dei meccanismi biologici e fisiopatologici alla base dei disturbi dell’umore, che integrino ricerca di laboratorio e ricerca clinica.
«Vediamo solo la punta dell’iceberg. Il problema ha dimensioni gigantesche», dichiara Alberto Mantovani, Coordinatore Commissione Ricerca Scientifica della Fondazione. «Le malattie mentali, in particolare i disturbi legati alla depressione e all’ansia, sono un tema di enorme importanza sociale. Si tratta di un iceberg di cui noi vediamo solo la punta. Affronteremo l’argomento con grande rigore scientifico e metodologico».
Uno studio dell’Organizzazione Mondiale della Sanità su “depressione e altri disturbi mentali” pubblicato nel 2017 ha rivelato che circa 300 milioni di persone nel mondo sono affette da depressione, con un aumento di oltre il 18% avvenuto tra il 2005 e il 2015. Le conseguenze di queste patologie in termini di anni di salute persi sono enormi. La depressione è infatti classificata dall’ OMS come la maggior causa al mondo di disabilità. Il bilancio dei costi necessari al mantenimento e alle cure di una persona depressa sono molto alti: il soggetto perde infatti la sua produttività e difficilmente mantiene il posto di lavoro o trova un nuovo impiego. Secondo questi calcoli, solo in Inghilterra, gli effetti della depressione costerebbero circa 12 miliardi di sterline l’anno. L’OMS ha inoltre identificato forti legami tra depressione e altre malattie non trasmissibili, tra cui l’aumento del rischio di abuso di sostanze e le malattie come il diabete e le malattie cardiache.
«Con il nuovo bando sulla depressione», spiega Carlo Magno, direttore dell’Area Ricerca Scientifica, «ci occuperemo di un fenomeno che affligge persone di tutte le età e ulteriormente aggravato dalla percezione sociale dell’affezione, vista come uno stigma e negata in primis dal malato. Questo atteggiamento porta a un pericoloso allungarsi dell’iter diagnostico, rendendo ancor più difficoltosa la terapia. Sostenendo la collaborazione tra ricercatori di base e clinici contribuiremo ad una miglior conoscenza dei meccanismi di malattia a vantaggio dei pazienti».