Da RedattoreSociale.it
1° luglio 2019
1° luglio 2019
ROMA – “Sono tante le belle e buone storie di accoglienza affidataria, progetti adeguatamente gestiti pur nelle difficoltà di un sistema fragile, che hanno garantito a tanti bambini la serenità necessaria per crescere in modo sano e alle loro famiglie di riprendersi da difficoltà che nella solitudine non avrebbero superato. Ma in questi giorni di ciò non si è parlato”. Dopo i fatti di Reggio Emilia, cinque associazioni del Forum delle Associazioni Familiari che si occupano di affidamento familiare (Associazione Famiglie per l’Accoglienza, Ai.Bi. Associazione Amici dei Bambini, Azione per Famiglie Nuove, Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, Progetto Famiglia) scrivono una lettera ai direttori dei principali quotidiani nazionali, per chiedere che si accenda un faro anche sulle belle storie e sui progetti virtuosi.
“Siamo certi che la giustizia farà il suo corso portando chiarezza sulla vicenda – si legge nella missiva -, chiediamo esemplarità nella pena, che non ci sia nessuno sconto per i responsabili di atti tanto gravi, perché con i bambini non si scherza e perché, per colpa di poche persone, non si metta in dubbio una legge e un’esperienza che ha fatto a tanti bambini e a tante famiglie del bene”. Per questo, le cinque associazioni chiedono ai quotidiani di raccontare anche belle storie, “senza nascondere le criticità – aggiunge il testo -, come reale punto di partenza per riflettere sui limiti di una normativa che evidentemente non tutela fino in fondo i bambini. È necessario riconoscere l’impegno di tante famiglie che generosamente e gratuitamente si mettono a disposizione, la serietà e il senso di responsabilità di professionisti e istituzioni che lavorano barcamenandosi nella mancanza di risorse”.
Secondo le associazioni, l’apparato normativo che regola il sistema di tutela di bambini e ragazzi “evidentemente ha bisogno di essere applicato nella sua completezza e sicuramente rivisto in alcune sue parti – si legge nella lettera -, ma questo richiede un dibattito sereno, che raccolga le esperienze di tutti gli attori del complesso sistema dell’affido familiare: servizi socio-sanitari, Tribunali per i minorenni, associazionismo, scuola. Puntare ora il dito su uno di questi per cercare la falla del sistema non può portare a nessun risultato, se non quello di demotivare le famiglie a mettersi a disposizione di un bambino la cui famiglia è in difficoltà”. Oggi, invece, occorre “rilanciare l’affido”, aggiunge il testo. “Da decenni ormai osserviamo come la rete familiare, che ha nel passato garantito la cura dei figli, si sia indebolita. Ma dal nostro punto di osservazione, la famiglia è ancora ciò che permette al Paese di non sprofondare, non solo perché le famiglie si autosostengono, ma anche perché si mettono a disposizione di quante tra loro sono in difficoltà”.
Oggi, conclude la lettera, “l’emergenza è punire quanti abusano del proprio ruolo, mettere mano al sistema chiudendone le falle, ma anche scommettere sul rilancio dell’affido”. Un compito per il quale le cinque associazioni si mettono a disposizione, così da “contribuire non solo ad una positiva narrazione dell’affido, ma anche per portare contributi e proposte al fine di migliorare la legge 184/83 e le sue modifiche, perché l’istituto dell’affido possa essere un vero strumento di tutela e di prevenzione dell’abbandono per i bambini e di sostegno alle famiglie in difficoltà”.
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